I MISTERI DEL CAMMINO DI SANTIAGO

"LE TRACCE"


Quattro anni fa feci il "Cammino di Santiago" fino a Leon.

Ad Estella conobbi un ragazzo spagnolo, che mi fece leggere un e-mail inviatagli da suo padre, in riferimento al "Gioco dell'Oca" e la relazione che questo aveva con i cavalieri Templari.


Seduto nel cortile dell'albergue, venni a conoscenza di come le tappe del Cammino, trovassero una corrispondenza con le caselle del gioco e come alcune di esse erano contrassegnate dalla "pata" dell'oca (la zampa dell'oca). La "pata" dell'oca indicava quali delle località lungo il tragitto erano sicure per i Templari, e quali no.  La  pata  dell'oca (immaginate il tridente, simbolo della pace, rovesciato), compariva anche sulle facciate degli edifici, dove gli "iniziati" potevano trovare riparo e ristoro. Infatti il Gioco dell'Oca, quindi il "Cammino", rappresentava un percosso iniziatico, su scala ridotta, percorrendo il quale e superando delle prove, si inalzava il proprio spirito...


Il tardo pomeriggio del giorno dopo, decidemo di allungare la tappa fino ad una località chiamata Torres del Rio. Sulla guida avevamo trovato che, in questo paese, c'era una "locanda" chiamata "la pata dell'oca". Notoriamente  Torres del Rio è terra dei Templari e a conferma del fatto abbiamo trovato, lungo la strada, dei petroglifi raffiguranti la croce templare, affiancata alla "conchiglia" del pellegrino (fig. 1) . Arrivati ci trovamo davanti all'insegna con tanto di tridente, conchiglia e croce templare.(fig.2) . Vedetela come volete, ma per me era un'ulterire coincidenza. Mi sentivo come un segugio sulla pista "giusta"... All'interno sopra uno stipite di una porta erano incise il simbolo della "Tau", quello della "Pata dell'Oca" e la croce templare (fig.3). E sapete che cosa ho trovato rovistando tra i vari giochi da tavolo del posto...il gioco dell'oca! Tutto sembrava tornare e ritornare!!



Fig.2 - Insegna della Locanda
Fig.3 - Simboli
Fig. 4 -
 S.Giacomo "Mata Mori" a Logroño.
Alcuni giorni dopo arrivammo a Logroño. Qui, passeggiando per la città, trovai davanti, ad una chiesa dedicata a San Giacomo "Matamori"( ma pellegrino per eccellenza), il Gioco dell'Oca, costruito con materiali lapidei diversi, a costituire la pavimentazione antistante l'edificio (fig.4). Fu la conferma di quanto giorni prima a Estella, avevo letto.
Lo stupore fu grande e la coincidenza troppo grossa per non essere notata. La piazza dove mi trovavo,   era chiamata: Piazza dell'Oca. Il percorso a spirale del gioco, era a "grandezza naturale", personalmente potevo stare a pie pari e comodamente dentro un'unica casella. Ogni casella rappresentava un edificio significativo delle tappe del "Cammino" e in alcune vi era raffigurata un oca bianca (non la pata) Altre caselle rappresentavano i pericoli insiti nel percorso, come la prigione. In altre erano rappresentati dei simboli che ancora non ho decodificato. La casella 31 ad esempio dovrebbe essere il "pozzo", stando alle raffigurazioni classiche del gioco, ma come è qui rappresentato, tutto sembra tranne che questo (forse è la sua vista zenitale?) (fig.5).




Fig.5 - Alcune delle "Caselle" del Gioco dell'Oca di Logroño


Non sono sicuro comunque che ci sia una reale corrispondenza fra le tappe del "Cammino" e le caselle del Gioco dell'Oca, è tutto da verificare.

Trace di oche, almeno nel nome, le trovai anche attraversando il bosco collinare di Villa Franca Monte de Ocas.
All'Arroyo de San Bol, in piena mesetas, c'è una cappella, annessa all'albergue, attribuita ai Templari e risalente al XII secolo. In questo posto molto singolare, dove vale la pena di fermarsi, in una atomosfera che ricorda i "rande vouz" dei figli dei fiori, degli anni 70, avvenne l'ennesimo incontro con l'oca. Durante il pranzo mi venne in mano un piccolo libro sui simboli, e tra questi c'era la "pata del'oca". Scopri che non era solo  visto come la stilizzazione della zampa dell'oca, ma che era identificata come una croce, più in uso  nei popoli nordici, soprattutto in Germania, a partire dal XII secolo, dove gli artigiani tedeschi la usavano nella rappresentazione dei crocifissi. Rappresenta l'uomo che eleva le sue braccia verso il cielo in unita con Dio (mi ricordai infatti del crocifisso templare nella chiesa di Santa Maria de las Huerta a Puente la Reina in Navarra); cosa più interessante il libretto descriveva questo simbolo (che compare anche tra petroglifi galiziani), come rappresentante la "mano de gargos"(ancora non sono riuscito a capire di cosa si tratti), usata nell'antichità nelle costruzioni delle cattedrali, per determinare l'incidenza della luce negli equinozi e solstizi (come a Los Arcos e a San Juan de Ortega).

Prima di Castrojeriz ( attraverso la fonte "Civis", seppi che il suo antico nome era Castrojars, dove "jars" e uno dei nomi latini che indicano l'oca,), trovai riferimenti all'Ordine templare a S.Anton. Antico convento e "hospital", ormai in rovina, San Anton porta ancora le effige dei cavalieri del tempio, scolpite nei muri e nei rosoni dell'antico edificio (fig.6).  Qui ritroviamo ancora la croce templare e la Tau (di cui parlerò in un'altra occasione, parlando del libro "Jacobus" di Matilde Assensi, Sonzogno Editore, che offre interessanti spunti di approfondimento).
 


Fig. 6 - Rovine di San Anton


Un altro posto, prima di arrivare a Leon, dove rinvenni trace del passaggio dei Templari, fù a Terradillos de los Templaros, una volta roccaforte dei monaci guerrieri ora poco più di un paesino e nulla più.


Sta di fatto che tornai a casa con delle domande a cui dovevo dare una risposta. Dovevo e volevo capire che relazione c'era tra l'oca e i Templari, il gioco dell'oca aveva solo valenze simbolicche o era qualcosa di più? E il Cammino di Santiago cos'era veramente? Un cammino iniziatico o c'era di più?

Tornato a casa, durante uno dei miei giri in libreria, trovai un libro che si intitolava "Il mistero di Compostela" di un certo Louis Charpentier, che poi conobbi come uno dei più grandi scrittori di esoterismo, e di cui, anche di questo, vi parlerò in seguito.











1 commento:

Unknown ha detto...

Il verso dantesco citato ad epigrafe contiene un errore:
La grafia corretta e' "CANOSCENZA" (con la a) non "conoscenza", come diciamo oggi.